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POLIZIA PENITENZIARIA: ONERI ED ONORI L'Avvocato risponde 

POLIZIA PENITENZIARIA: ONERI ED ONORI

È notizia recente, in riferimento all’azione svolta dalla Polizia Penitenziaria all’interno delle carceri di Fuorni, quella riferita al ritrovamento ed al sequestro di una serie di telefonini cellulari, illegalmente detenuti dalle persone in regime di sicurezza.

Il possesso di tali apparecchi non destava preoccupazione in riferimento alla possibilità di mantenere i contatti con le famiglie, ma creava un grosso problema in relazione ad un uso, atto a mantenere vivi i rapporti delinquenziali con l’esterno, con la possibilità di continuare a gestire le fila delle operazioni di malavita. Quella della Polizia Penitenziaria è forse l’attività meno appariscente rispetto a quelle svolte dalle Forze dell’Ordine: ma sicuramente è una delle più delicate e complesse, in quanto mette a dura prova le capacità professionali degli agenti di custodia, nel saper gestire i contatti con personaggi di difficile convivenza.
Lo scopo principale del Corpo, è quello di assicurare la corretta esecuzione dei provvedimenti di restrizione e garantire l’ordine all’interno degli istituti di pena, per la sicurezza di ognuno.
Ma non è certo l’unica funzione, in quanto i suoi membri partecipano attivamente all’attività dei gruppi di lavoro ed all’osservazione dell’evoluzione del recupero sociale dei detenuti.
Non a caso il motto del corpo è “Despondere Spem est Munus Nostrum”: ovvero distribuire speranza negli individui detenuti, che rimane la più fondata ipotesi di recupero alla società civile.
Il servizio di trasporto e piantonamento dal carcere in altri luoghi, è ulteriore compito di primaria importanza, in uno con gli altri colpi di polizia: anche in rifetimento a servizi di pubblica sicurezza e pubblico soccorso.
Lo stipendio di un allievo agente si aggira intorno agli €1.300 mensili, ben poca cosa in confronto alle responsabilità ed ai rischi giornalieri.
Il Corpo svolge la sua attività all’interno di 206 istituti penitenziari per adulti e 19 per minori, sparsi sul territorio nazionale, e strutture connesse. Talmente indispensabile è l’attività, per cui è l’unico Corpo di Polizia che non può esercitare il “diritto di sciopero” durante lo svolgimento dei servizi di sicurezza, che devono essere sempre garantiti.
Per diventare agente penitenziario, bisogna svolgere un corso di formazione di 12 mesi erogato da 7 scuole formative, sparse sul territorio nazionale.
Di recente, ha avuto grosso impulso anche un’attività di “intelligence”, svolta all’interno delle carceri, in ragione della stretta vicinanza degli agenti con i detenuti ivi custoditi.

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